Tim Cook – erede industriale di Steve Jobs – ha lasciato un segno indelebile all’interno del Teatro Odeon di Firenze.
Insieme al presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori ha inaugurato la nuova edizione del “Quotidiano in Classe” e dato idealmente il via ai festeggiamenti per i 18 anni dell’Osservatorio
In una sala stracolma di studenti delle scuole superiori provenienti da tutto il Paese (oltre 1000 arrivati da tutta Italia), Tim Cook – erede industriale di Steve Jobs e grande capo dell’azienda più capitalizzata del mondo – ha lasciato un segno indelebile.
All’interno del Teatro Odeon, Cook, è stato accolto come una rock star. Dopo un intervento del Presidente Andrea Ceccherini che ha introdotto l’ospite sottolineando i perché della scelta del leader mondiale dell’Hi-tech per aprire i festeggiamenti per il 18° anniversario dell’Osservatorio Permanente Giovani – Editori, Cook si lascia intervistare da Maria Latella giornalista Sky – e arriva subito al dunque e ‘benedice’ in modo netto l’impegno ed il lavoro dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori.
Cook approfitta delle domande poste dalla giornalista per dire, senza mezzi termini, che lui è “a Firenze perché è impressionato da Andrea Ceccherini”. E che considera “Favoloso l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori”. Un vero e proprio endorsement, sia per il Presidente Ceccherini, sia per il percorso educativo che lui ha messo in piedi. Cook, l’uomo che ha ereditato l’azienda dal ‘mito’ Jobs, va poi oltre e dice chiaro e tondo che vuole “l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori ed il suo progetto del Quotidiano in Classe in America. Perché mai come adesso – ha sottolineato Cook – gli Stati Uniti ne hanno assoluto bisogno”. Parole che suonano come musica alle orecchie di Andrea Ceccherini, che le ascolta, attorniato dagli editori che sostengono la sua creatura. Così, prima di concedersi alla cena in suo onore, il leader di Cupertino lancia il guanto di sfida all’Osservatorio, invitandolo a lavorare negli Stati Uniti, per “aumentare, con i suoi fantastici progetti di educazione, quel pensiero critico che non è mai abbastanza”. In tutto questo il feeling tra Ceccherini e Cook si è respirato fino dal loro primo incontro oltreoceano. “Con Cook condividiamo un sistema di valori – ha ribadito Ceccherini, ricordando il fondamento di un vecchio rito indiano -, convinti come siamo che il mondo non ci è stato dato in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli”.