Molti di voi già lo conosceranno in veste di autore di quello che è stato uno dei libri più apprezzati dai giovani italiani (Bianca come il latte, rossa come il sangue).
Parliamo di Alessandro D’Avenia che, oltre ad essere uno scrittore di successo, è anche un insegnante dall’invidiabile esperienza e passione per il suo lavoro.
Per il quotidiano La Stampa ha scritto un sentito editoriale per augurare un buon inizio di anno scolastico a insegnanti, studenti e genitori (per l’autore un tassello molto importante nell’apprendimento dei ragazzi). Desideriamo segnalarvelo perché ci permette di stimolare alcune riflessioni:
«Cosa mi auguro allora per l’anno scolastico incipiente? Un po’ meno di stanchezza per tutti. Ma come ritrovare, ciascuno nel suo ruolo (insegnanti, genitori, ragazzi), una rinnovata gioia di vivere le ore scolastiche, nonostante fatica, fallimenti, difficoltà (più acute in contesti scolastici “periferici”)?»
«Il mio augurio a genitori e insegnanti (a me in primo luogo) quest’anno parte da questa bambina e da questo padre: avere la pazienza e il tempo di ascoltare i richiami alla relazione, senza fermarsi soltanto a giudicare la prestazione, spesso inadeguata (e da segnalare senz’altro come tale), ma andando oltre, nell’ampiezza della vita (perché non affrontare i colloqui con gli insegnanti prima che i figli ricevano i voti?).
Alla bambina interessava sì ciò che aveva fatto, ma soprattutto che il papà guardasse lei. Perché tutto quello che aveva fatto esistesse veramente. Perché lei esistesse agli occhi di qualcuno non distratto. E non uno qualunque, ma qualcuno i cui occhi la riguardavano, cioè erano chiamati a guardarla ancora e ancora.»
Potete approfondire la lettura direttamente sul sito di La Stampa e conoscere meglio l’autore dell’articolo visitando il suo blog.
E voi, cosa vi augurate per il nuovo anno scolastico?