Ciao ragazzi, avete mai provato a pensare a cosa vorreste fare da grandi, dopo aver terminato gli studi?
Anche se certamente molti di voi hanno già le idee chiare sulla professione da svolgere, avete mai provato ad immaginarvi alla ricerca di un lavoro, magari dopo aver terminato l’Università, e a pensare che cosa starete facendo tra 8/10 anni per costruire il vostro sogno lavorativo?
In tanti, oggi, sono in queste esatta situazione: il fatidico momento della ricerca del lavoro, con le idee più o meno chiare su cosa fare, cosa aspettarsi dal mercato lavorativo italiano, come muoversi tra le diverse offerte che ci si trova ad esaminare.
Proprio per capire cosa fanno e, soprattutto, cosa pensano i giovani di oggi che si affacciano nel mercato del lavoro, è stata condotta un’indagine da Ipsos, promossa da L’Oréal Italia, sul rapporto tra giovani e mondo del lavoro, di cui vogliamo riportarvi qualche dato.
Il campione analizzato è composto da 565 studenti universitari italiani, tra i 19 e i 26 anni, che hanno frequentato l’anno accademico 2013-2014 in Italia, e da 112 studenti universitari che hanno studiato all’estero.
Certamente, il dato più interessante che emerge dall’indagine, è che il 50 per cento degli intervistati è assolutamente intenzionato a trovare lavoro in Italia, nonostante il periodo difficile e nonostante oltre il 70% di loro ritenga che proprio nel nostro paese ci siano limitate o scarse opportunità di trovare un lavoro adeguato alla propria preparazione.
E’ interessante notare come le intenzioni non corrispondano poi a ciò che i giovani effettivamente si immaginano di fare: sebbene, infatti, il 46% del campione vede nell’Italia il luogo ideale per cercare un impiego, specie se si tratta del primo lavoro, nel lungo periodo il 35% degli studenti in Italia si immagina di lavorare all’estero, percentuale che sale a quasi il 70% per coloro che già attualmente sono fuori dall’Italia.
Altro dato fondamentale emerso è che sebbene ancora studenti, i giovani non sono totalmente digiuni di esperienze lavorative: il 60% del campione, infatti, lavora saltuariamente o con regolarità già durante l’università, ma spesso in posizioni che hanno poco a che fare con quanto studiano o quanto vogliono diventare dal punto di vista professionale. Il lavoro durante l’università, dunque, è più che altro uno strumento per avere qualche soldo in più, per “pesare” un po’ meno sulle proprie famiglie, oltre che per inserirsi sin da presto nel mercato del lavoro.
Ma cosa serve effettivamente per cercare lavoro e, soprattutto, cosa fanno i giovani per trovarlo? Il 49% degli universitari italiani e il 69% di quelli all’estero invia il proprio Curriculum Vitae direttamente al sito internet dell’azienda per cui si candidano mentre, a seguire, si utilizzano in ordine le piattaforme online, i concorsi pubblici e le agenzie per il lavoro.
Per gli studenti all’estero, invece, l’Università rappresenta un punto di riferimento più importante per la ricerca del lavoro, forse anche più rassicurante: i servizi di ricerca lavoro messi a disposizione dalla Facoltà, gli incontri organizzati con le aziende, l’invio dei Curricula direttamente alle società di selezione sono solo alcuni dei servizi reputati utili, e più efficaci per trovare lavoro da chi in questo momento sta facendo un’esperienza di studio all’estero.
È condivisa l’importanza delle lingue straniere per presentarsi sul mondo del lavoro attuale (47% per gli universitari in Italia, 55% per quelli all’estero), ma anche la flessibilità (39% Italia, 53% estero) e la determinazione (41% Italia, 50% estero).
Non sono solo le aziende a selezionare i laureati, ma anche questi si informano sulle aziende, soprattutto attraverso le notizie reperite sul web. Così, scopriamo che per tanti giovani è importante, oltre alla grandezza dell’azienda stessa, anche il settore di attività (le aziende tecnologiche sono quelle più ambite dagli studenti universitari, sia residenti in Italia che all’estero,rispettivamente 14% e 19%), ma anche i valori etici che rappresenta e le persone che la compongono: tra le caratteristiche ideali di un buon datore di lavoro, emergono l’onestà, la capacità di riconoscere economicamente in modo adeguato l’impegno dei propri dipendenti, e il rispetto.
E voi ragazzi che cosa ne pensate di questa indagine di Ipsos per L’Oréal e dei dati che ne emergono? Ritenete che, quando sarà il vostro turno nel cercare lavoro, la penserete come i giovani di oggi o qualcosa sarà cambiato e, dunque, tutto sarà da rivedere?
Coraggio, diteci la vostra opinione!