Buon lunedì ragazzi. Eccoci con i nuovi temi di questa settimana.
Orsola Riva, per Corriere della Sera vi parla di lacrime, pistole e sangue. Pistole e sangue perchè, come in tanti saprete, negli USA la circolazione molto facile delle armi determina 30 mila morti ogni anno. E lacrime per via del Presidente Obama che, la settimana scorsa, esponendo davanti al Congresso il suo programma di misure restrittive per la vendita delle armi, si è commosso ricordando i venti bambini uccisi 3 anni fa in Connecticut da un folle all’interno di una scuola.
La sfida di Obama è immane, sia perché ha di fronte la lobby delle armi, la National Rifle Associtation, sia perchè una bella fetta di paese non è disposta a negoziare sul secondo emendamento, vale a dire quello che, fin dai tempi del Far West, garantisce ai cittadini americani il diritto all’autodifesa.
La riflessione che vi propone la Riva è, in ogni caso, proprio sulle lacrime di Obama. In generale, la reazione dei media è stata positiva, ma qualcuno lo ha ritenuto un gesto poco presidenziale e virile. Poi, naturalmente, si è aperto anche un dibattito sulla discriminazione di genere perché se a piangere è un uomo questo viene visto come un gesto di sincerità, mentre se a farlo è una donna il più delle volte viene interpretato come prova di debolezza. Voi ragazzi, cosa ne pensate? Si tratta del segno di un presidente umano o di uno troppo umano? Che ne pensate delle lacrime dell’uomo più potente del mondo che, forse, in questo modo si è mostrato troppo debole verso suoi nemici interni ed esterni?
Luca Tremolada per Il Sole 24 Ore vi parla di indici, quindi di misuratori. Oggi si misura tutto: il gradimento di qualcosa, l’opinione di qualcuno, anche grazie ai sondaggi, e così via.
Gli indici, per tutti noi, rappresentano un criterio oggettivo per mettere in fila gli avvenimenti e dare una classifica alle cose. Ma voi, ragazzi, di quali indici vi fidate? Come stilate le vostre liste e graduatorie? Quali sono i vostri criteri e metodi o chi vi dà suggerimenti da questo punto di vista?
Insomma, di chi vi fidate? Dei magistrati, dei giornalisti, dei politici, dei militari? Provate a concepire un indice, un misuratore, e a capire come può essere l’algoritmo della fiducia per dei ragazzi giovani come voi.
Gianluigi Schiavon, per Quotidiano Nazionale, vi presenta il robot Coro, una sorta di badante tuttofare, come è stato più volte definito, che ci potrebbe aiutare nella vita di tutti i giorni: è in grado di svegliarci e indicarci l’ora in cui uscire, fa la guardia alla casa, butta la spazzatura e così via.
Coro è stato ideato alla Scuola Sant’Anna di Pisa e sperimentato in una casa di riposo di Firenze nell’assistenza di 20 anziani. A febbraio dovrà superare il vaglio di Bruxelles, dove sarà esaminato da una specifica commissione di esperti e, se tutto andrà bene, finirà sul mercato con 3 modelli: domestico, condominiale e da passeggio!
Schiavon vi invita, tuttavia, a fare una riflessione sulla possibilità effettiva dell’utilizzo di Coro nell’assistenza agli anziani, vedendo qualche dato sulla professione dei badanti in Italia. Uno studio rivela che sono ca. 830 mila, di cui il 90% stranieri. Di questo 90%, il 26% non sarebbe in regola, il 30,5% avrebbe il permesso di soggiorno ma non un contratto regolare e solo il 43% sarebbe regolare da tutti i punti di vista.
In Italia, dunque, anche alla luce del generale invecchiamento della popolazione, i badanti sono certamente utili e forse non abbastanza. Si intravede dunque un futuro per Coro? La domanda che vi pone Schiavon è: affidereste vostra nonna a un robot? O, in modo meno diretto, secondo voi un robot come badante rappresenta un vero aiuto per i nostri anziani?