Nicola Saldutti, blogger di Corriere.it, oggi ci parla di una tradizione antica ma anche moderna: l’automobile. Come saprete in Italia ci sono molte case automobilistiche famose. Ma quest’anno la compagnia Fca (Italiana) e la compagnia Psa (francese) hanno deciso di fondersi, portando alla creazione del quarto gruppo automobilistico più importante al mondo. Con una fusione gli investimenti potranno essere maggiori, ma quale delle 2 aziende farà prevalere l’interesse dell’uno o dell’altro Paese? Quanta importanza avrà nel futuro l’industria automobilistica?
Luca Tremolada, giornalista de Il Sole 24ORE, ci pone una questione: cosa si può dire e cosa non si può dire su un social network? A seguito del blocco dell’account di Trump dai social si è scaturita una riflessione sulla libertà di parola online. Le regole online sono le stesse che dovrebbero essere seguite ad esempio in un bar o mentre si è con altre persone, ma la differenza è che i social sono gruppi privati quindi la legislatura che seguono è “arbitraria” e fa capo alla legge del Paese in cui risiedono. Le reti sociali però, non esercitano un controllo su tutti i contenuti che vengono pubblicati, dunque l’unico obbligo che hanno è quello di cancellare il contenuto o limitare l’account sulla base di segnalazioni filtrate da un algoritmo e poi analizzate da un essere umano. Andate a leggere le norme contrattuali dei social che utilizzate maggiormente e riflettete su quanto sia corretto che una piattaforma vi dica quello che si può o non si può dire.
Andrea Bonzi, blogger di Quotidiano.net, ci parla delle chat di messaggistica. La più famosa, WhatsApp dal 2014 fa parte del gruppo di Mack Zuckemerg con Facebook e Instagram e dal prossimo 8 febbraio apporterà un cambiamento significativo alle normative sulla privacy. Questo cambiamento consisterà nella condivisione dei dati degli utenti con Facebook. Al momento per gli utenti europei, dovrebbe esserci un potente scudo, nonchè il GDPR del 2018 che vieta la condivisione dei dati degli utenti europei con Facebook. Bisogna capire, però, che la nostra privacy deve essere tutelata e tutte le volte che accettiamo avvisi a tale riguardo, bisogna essere consapevoli che “se il prodotto è gratis, il prodotto siamo noi”, in questo caso i nostri dati privati.