Orsola Riva, per Corriere della Sera, oggi vi parla del film Lalaland, un musical che ha avuto ben quattordici nomination agli oscar. Lalaland è un musical nel senso tradizionale del termine, apparentemente un progetto un po’ fuori tempo massimo perché fatto di siparietto musicale in cui i protagonisti ballano e cantano. Sicuramente una vera scommessa da parte del regista Damien Chazelle, una scommessa vinta grazie anche alla bravura dei due protagonisti Ryan Gosling ed Emma Stone. I due attori hanno dichiarato di aver impiegato diversi mesi per imparare a ballare e cantare. Il film ha alla base una storia d’amore. All’inizio del film c’è un dialogo molto significativo tra Ryan Gosling e sua sorella, lei lo rimprovera di continuare a sognare di aprire un locale dove si fa del buon vecchio jazz, un locale sorpassato, ma di non avere di che pagare le bollette. Lo insulta appellandolo come “romantico, in un’accezione negativa. Lui risponde che non c’è nulla di male ad esser romantici. Orsola Riva vi chiede: è ancora possibile sentirsi irrimediabilmente romantici senza correre il rischio di essere patetici oppure il romanticismo è ormai una cosa sorpassata?
Luca Tremolada per Il Sole 24 Ore ci parla di Donald Trump. Il nuovo presidente degli Stati Uniti è infatti oggetto di grandissima attenzione sulla stampa e in televisione. Si è insediato da poco alla casa bianca ed appena arrivato ha cominciato a mantenere le sue promesse scatenando reazioni molto violente. I giornali si domandano se questo sia un ritorno al passato o comunque un grande cambiamento. C’è chi ha paura di un mondo con i dazi e pieno di frizioni tra gli Stati. È giusto basarsi solo su quello che sappiamo, solo sui progetti che Trump ha realmente portato avanti fino ad ora. Il rischio è basarsi su paure, strumentalizzazioni e notizie completamente false. Ecco il monito di Luca Tremolada vi invita a prendere decisioni soltanto basandoci sui fatti.
Gianluigi Schiavon, per Quotidiano Nazionale, ci parla di come usiamo male il nostro tempo. Avremmo bisogno di imparare a gestire il nostro tempo, il 65% degli italiani infatti ritiene di non avere tempo libero. Sono invece 400 le ore che durante l’anno sprechiamo stando in coda nel traffico o nei pubblici uffici. La prima regola per usare bene il proprio tempo è: stabilire un tempo per fare una cosa e soprattutto rispettarlo. Un’altra regola è fare la lista delle cose superflue. In più non serve pianificare tutto, in modo da contemplare eventuali imprevisti. Altro punto fondamentale è delegare e non accentrare tutto. Questa è una regola indispensabile anche nel giornalismo. Bisogna sempre giocare come in una squadra e fare in modo che più persone svolgano compiti che una persona sola non sarebbe in grado di fare. Gianluigi Schiavon vi chiede: usate bene il vostro tempo?