Ciao ragazzi,
è già passata una settimana dall’inizio de ilquotidianoinclasse.it ed eccoci qui a proporvi i nuovi temi dei nostri tre blogger!
Gianna Fregonara vi propone un argomento davvero interessante. Questa settimana si parte da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera lo scorso 27 ottobre, dal titolo “Longevi: nati per durare. Ma per invecchiare bene dobbiamo stare attenti sin da piccoli”, a firma di Giuseppe Remuzzi.
Dal momento che l’aspettativa di vita in tutto il mondo è di 70 anni, inclusi dunque paesi con alti tassi di morte precoce, e considerando anche che in Italia questo dato sale a 84 anni per le donne e a 74 per gli uomini, Remuzzi si pone degli interrogativi fondamentali: forse per vivere bene e a lungo bisogna avere uno stile di vita che va pensato sin da piccoli? Vivere tanto in tanti vuol dire andare incontro ad una necessaria trasformazione della società? Insomma, forse ci dirigiamo verso un mondo che tra 40-50 anni potrebbe essere molto diverso.
Provate anche voi a fare questo esercizio e a porvi questi interrogativi: come sarà il mondo e, soprattutto, come vi immaginate e come vedete la vostra vita tra 50 anni?
Massimo Esposti, invece, lancia il suo tema settimanale dall’aula didattica del Master in Marketing, Comunicazione e Digital Strategy de Il Sole 24 ORE. I ragazzi che frequentano queste lezioni sono coloro che, in futuro, all’interno delle aziende, studieranno e applicheranno le migliori strategie per comunicare e vendere meglio i prodotti. Quindi, si tratta di persone che hanno già abbastanza chiaro chi sono e dove stanno andando.
Invece voi, dice Esposti, siete una generazione tecnologica e moderna, fatta anche di Whatsapp, Facebook e messaggini, con i quali ci creiamo tante identità “virtuali” le quali, spesso, non ci rappresentano appieno.
Ecco la sfida che vi lancia il giornalista de Il Sole 24 ORE: provate ad essere voi stessi, regalateci e regalatevi 5 minuti di franchezza e, con i vostri post, diteci chi siete!
Infine, Paolo Giacomin per Quotidiano Nazionale vi propone uni tema che parte da alcuni dati sul lavoro. Le ultime rilevazioni dell’Istat ci dicono che il numero degli occupati è stato timidamente superiore rispetto a quello delle persone che hanno perso il lavoro.
Come sempre accade in questi casi, si è aperto un dibattito tra chi commenta questi dati con enfasi e ottimismo e chi, invece, sostiene che questi numeri non siano certamente un indicatore della ripresa economica del Paese che tutti ci auguriamo possa arrivare. A voi ragazzi, Giacomin fa una domanda più generale: siete ottimisti o pessimisti per il nostro futuro piu immediato?