Ultimo lunedì di novembre, Natale in avvicinamento e puntualissimi ecco a voi i temi della sesta settimana de ilquotidianoinclasse.it
Orsola Riva, per Corriere della Sera, vuole parlare di voi, partendo dall’ultima rilevazione ISTAT sul livello di soddisfazione generale degli Italiani, che a sorpresa lo scorso anno è tornato a crescere, da 6,8 a 7, nella sorpresa generale di tutti, in particolare dei sociologi, che si sono interrogati se davvero sia migliorato il livello di vita o se si tratti, invece, solo di una sorta di assuefazione al peggio…
In ogni caso, da questa indagine, emerge che i giovani tra i 14 e 19 anni sono quelli con il tasso di soddisfazione più alto, che poi scende tra gli occupati e tra chi si trova in cerca di lavoro, e precipita negli anziani. Ma, se si va a guardare un po’ più nel dettaglio, si scoprono diversi aspetti interessanti. Il livello di soddisfazione, infatti, è altissimo per tutto quello che concerne la vita privata degli Italiani: 9 persone su 10 sono soddisfatte della famiglia, 8 su 10 degli amici, ma se poi si va a guardare il livello di fiducia verso il prossimo, il 78,1% risponde no.
Allo stesso modo, nell’indagine si trovano diverse altre notazioni negative, relative al livello di sicurezza, ai tassi di criminalità e inquinamento delle città (40%), ai servizi pubblici e ad altri aspetti della vita quotidiana. Ma, per quanto riguarda il tempo libero, invece, il tasso si alza nuovamente al 60/70%.
E voi, ragazzi, che ne pensate? Qual è il vostro livello di soddisfazione? Di che cosa siete soddisfatti e di cosa non lo siete per nulla?
Luca Tremolada per Il Sole 24 Ore vi parla di talent show. La domanda che vi pone è: secondo voi, servono realmente a selezionare i talenti? Un tempo questo genere di programmi televisivi non esisteva e la musica la si andava ad ascoltare nei locali ed e erano le case discografiche, non la televisione, a fare la selezione. Ora è tutto cambiato: nei talent show lo spettacolo sembra più legato alle discussioni tra i giudici, ai battibecchi tra i partecipanti, ai “personaggioni”, insomma alla “musica parlata” piuttosto che alla “musica suonata“. A ben guardare, i talent show non garantiscono il vero successo dei partecipanti: solo pochi sono diventati delle Star e i più, dopo il successo temporaneo, tornano alla loro vita precedente.
La musica non solo è spettacolo ma è anche un laboratorio di innovazione, un soggetto che dal punto di vista tecnologico, dei formati e della distribuzione è cambiato tanto e cambierà ancora. Guardare oggi alla musica, infatti, significa guardare anche al futuro della distribuzione dei contenuti.
Secondo voi, con tutte queste nuove forme di distribuzione e di vendita della musica, siamo davvero noi a selezionare i contenuti come fruitori o, invece, stiamo subendo questa selezione?
Gianluigi Schiavon, per Quotidiano Nazionale, vi parla di privacy e scuola, visto che recentemente è stato diffuso sul sito del Garante della privacy il documento “La scuola a prova di privacy” una sorta di manuale pubblicato dal Garante per la protezione dei dati personali. Questo per trattare il delicato tema dell’utilizzo degli smartphone in ambienti e ambiti scolastici per l’acquisizione di contenuti da diffondere poi sui Social Network. Il tutto per tentare di prevenire fenomeni come il cyberbullismo o il sexting.
Andate a leggere la guida e diteci cosa ne pensate! Intanto, in questa sede, Schiavon vuole esaminare con voi alcuni aspetti del documento, per porvi alcune domande e darvi le risposte che fornisce il Garante.
1. Si possono registrare video e audio a scuola?
Sì, nel rispetto delle libertà individuali ed eventuali altre indicazioni della scuola.
2. Si possono registrare e pubblicare sui social i video e le foto fatti in aula?
No, a meno che non sia chiesta specifica autorizzazione a chi viene ripreso.
3. Si possono registrare e diffondere video e immagini di recite e gite scolastiche?
Sì, a patto che le si veda solo in ambito familiare.
4. Se l’insegnate legge in classe un tema sulla famiglia dello studente, viola la sua privacy?
Leggere in classe temi di questi argomenti pertiene alla sensibilità del docente, che deve cercare di trovare un equilibrio tra esigenze didattiche e tutela della privacy dell’alunno.
5. Si può registrare o riprendere un professore mentre fa lezione?
Sì, ma video e audio non possono essere diffusi su internet.
Questi sono solo alcuni esempi, ma se andrete a leggere il testo de “La scuola a prova di privacy”, noterete che ricorrono sempre due termini, riservatezza e dignità, strettamente connessi tra loro.
Voi ragazzi, a cosa siete disposti a rinunciare in nome della privacy e della dignità vostra e dei vostri compagni?