Buongiorno ragazzi e buon lunedì,
siete pronti a scoprire i temi che questa settimana Orsola Riva, Luca Tremolada e Gianluigi Schiavon hanno pensato per voi? E allora cominciamo subito!
Orsola Riva, per il Corriere della Sera, vi parla dello scandalo Facebook.
Una società di consulenza inglese ha utilizzato i dati di 50 milioni di americani, utenti Facebook, per venderli ai suoi clienti. In particolar modo questi dati sarebbero stati usati sia durante la campagna elettorale di Trump, sia durante la campagna inglese per il referendum per la Brexit. Il sistema che avevano architettato era molto semplice: quando gli utenti erano su Facebook lasciavano like che rivelavano molto più di quanto avrebbero voluto. Bastano 170 like perché sia possibile fare una radiografia di chi li ha lasciati. Si può infatti capire a quale gruppo sanguigno appartiene l’utente, quali sono le sue preferenze sessuali e soprattutto le sue inclinazioni politiche. Ovviamente questi sono tutti dati molto interessanti soprattutto per le campagne politiche che mirano a lanciare messaggi funzionali ai loro scopi alle persone che possono essere interessate.
Dopo un po’ di giorni finalmente Zuckerberg ha risposto scusandosi dell’accaduto e ha detto che quei dati sono stati trafugati senza che Facebook lo sapesse. In realtà non è propriamente così, come spiega la giornalista. Quello che questa vicenda suggerisce anche a voi è che bisognerebbe essere un pochino più attenti quando si è sui social nel postare tutto le informazioni personali.
Alla fine del suo discorso la Riva vi chiede: la vicenda Facebook vi ha messo sull’allarme e d’ora in poi vi comporterete in maniera più prudente?
Luca Tremolada, per il Sole 24 Ore, vi parla di come cancellarsi dai social e vivere bene.
In queste ore Facebook è nella bufera: è questa la notizia del momento che riguarda le persone che frequentano i social e in particolare i cinquanta milioni di account che in qualche modo sono stati manipolati in chiave politica. La domanda che Tremolada vi pone è: voi vi sentite manipolati, pensate che qualcuno in qualche modo stia condizionando il vostro modo di pensare fornendovi delle pubblicità e dei messaggi che in qualche modo vi confondono?
In tal caso esistono tanti modi per migliorare la privacy dei propri profili social, il consiglio del giornalista è quello di diventare padroni degli strumenti social che aiutano a tenere la propria privacy al sicuro.
Tremolada vi parla, inoltre, di strumenti che potrebbero servire ai più esperti per confondere le idee agli algoritmi dei social network. Metodi che danno la possibilità di agirare l’idea che è alla base del social dove il prodotto è lo stesso utente. Per il giornalista bisogna essere consapevoli di quello che è il nostro ruolo sui social e capire qual è il do ut des, domandiamoci se quello di regalare le nostre informazioni personali è un pezzo che vogliamo pagare oppure no.
Gianluigi Schiavon, per il Quotidiano Nazionale, vi parla del tempio di Selinunte.
Si chiama anastilosi, ovvero riedificare, in archeologia la ricostruzione di antichi edifici utilizzando parti originali. Uno degli ultimi esempi è il tempio di Selinunte. Valerio Massimo Manfredi dice che se non si inizia subito la ricostruzione presto tutto andrà perduto. Dunque secondo lui andrebbe applicato questo metodo di ricostruzione per i monumenti crollati nel corso dei millenni. La maggior parte dei monumenti antichi sono stati ricomposti usando i materiali originali disponibili, a volte sono stati anche integrati con materiali affini o anche diversi per mettere in evidenza le parti che sono di restauro. Per Manfredi il Tempio G di Selinunte è un grandioso tempio dorico. Era un tempio di 44.97 metri per 109.12, grande come quattro partenoni, aveva 54 colonne di dimensioni enormi e una pietra debole come la calcarenite lamellare. Di quelle 54 colonne ne resta in piedi una sola che è nominata il “ fuso della vecchia”. L’idea che persegue Manfredi risale al 2011, anno di un famoso convegno nazionale in cui gli esperti dibatterono la possibilità di ricostruire Selinunte. Gli avversari di questo progetto lo ritengono “un edificio mostre, un falso”, un insulto alla sterilizzazione del monumento, ma per Manfredi il cosiddetto fascino della rovina è ormai obsoleto e privo di contenuti reali.
Il progetto stava partendo, ma si è arenato per alcuni intoppi, ora Manfredi lo rilancia tramite le pagine del Quotidiano Nazionale insieme allo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi. Tante sono le opere che nel mondo sono state ricostruite e il tempio G di Selinunte potrebbe essere soltanto un ulteriore esempio di ricostruzione.
Schiavon vi chiede: in punta di piedi provate a dire la vostra e chiedervi se la ricostruzione del tempio di Selinunte sia giusta.