Buon lunedì ragazzi! Eccoci, puntuali, con i temi della settimana.
Orsola Riva, per Corriere della Sera, questa settimana parla di un argomento che vi riguarda da vicino: scuole e montepremi. Negli ultimi tempi si sono moltiplicate le iniziative promosse dalle catene della grande distribuzione e anche dai singoli brand, che corrispondono premi in cambio di scontrini che certifichino l’acquisto dei propri prodotti.
Poco tempo fa, una famosa catena di supermercati in cambio di scontrini forniva buoni scuola che permettevano al proprio Istituto di ricevere materiale tecnologico, come ad esempio lavagne digitali, tablet e stampanti. Ora, in occasione della Pasqua, un grande marchio di cioccolato svizzero ha lanciato un concorso simile: comprando il coniglietto di cioccolata di questa marca, si può “nominare” la propria scuola e, alla fine del concorso, quella più nominata vincerà il montepremi di € 10.000. Anche se da un lato iniziative di questo tipo portano indubbiamente benefici agli istituti scolastici, dall’altro scatenano il dibattito, perché spingono i bambini e le famiglie a spendere i propri soldi in favore di un determinato marchio.
Ecco quindi la domanda che vi rivolge la Riva: è giusto che le scuole ricevano premi se gli alunni effettuano acquisti in determinate catene di negozi o per prodotto di una determinata marca?
Luca Tremolada per Il Sole 24 Ore vi parla del rapporto uomo-macchina. La tecnologia sfida l’uomo da sempre: negli ultimi 30 anni abbiamo assistito alla nascita di macchine sempre più abili e intelligenti, in grado di battere l’uomo in qualsiasi disciplina.
L’ultima grande sfida vinta dalle macchine riguarda Alpha Go, un’azienda comprata da Google, che ha progettato una macchina in grado di battere l’uomo all’antico gioco cinese chiamato “Go”. La grande evoluzione riguarda il fatto che questa macchina, oltre a prevedere le mosse, è in grado di calcolare le possibili strategie messe in atto dall’avversario, dimostrando così una capacità di ragionamento del tutto simile a quella del cervello umano.
Questi grandi passi avanti in fatto di tecnologia ci fanno pensare che inevitabilmente nei prossimi anni le macchine svolgeranno molte mansioni al posto nostro e che, di conseguenza, alcuni lavori non esisteranno più. Quali saranno i lavori attualmente svolti dall’uomo che spariranno grazie all’uso dell’automazione?
Gianluigi Schiavon, per Quotidiano Nazionale, vi parla dell’iniziativa del “libro sospeso” negli istituti penitenziari, prendendo spunto dall’articolo pubblicato dal Quotidiano Nazionale dal titolo “In carcere arriva il libro sospeso, per i detenuti l’evasione è leggere”.
L’idea è nata a Roma da un libraio che, dopo aver constatato quanto fossero mal fornite le biblioteche dei penitenziari, ha avviato una raccolta di libri da donare alle carceri di tutta Italia. L’iniziativa ha avuto un buon successo e i numeri dimostrano che c’è un’alta richiesta di libri da leggere da parte dei detenuti. All’estero, la lettura in carcere viene incentivata con l’assegnazione di sconti di pena. Anche in Italia esiste una proposta per una legge simile, che prevede una sconto di 3 giorni di pena per ogni libro letto, fino a un massimo di 48 giorni all’anno. Allora, perché non raccogliere libri da inviare nelle carceri?
La domanda è dunque questa: “regala un libro a un detenuto”, voi partecipereste?