Ciao ragazzi, eccoci con i temi della ventiseiesima settimana, la penultima dell’edizione 2014/2015 de ilquotidianoinclasse.it
Gianna Fregonara vi propone un tema piuttosto serio e drammatico: è trascorso ormai un anno da quando l’organizzazione terroristica Boko Haram ha rapito oltre 200 studentesse dalle aule di una scuola in un villaggio della Nigeria, portandole in un luogo tuttora sconosciuto. Da quel momento, se ne sono perse le tracce e non se ne sa più nulla. Per riportarle a casa c’è stata una vera e propria mobilitazione internazionale: hanno fatto appelli per la loro liberazione il Premio Nobel Malala, Michelle Obama, ma anche tanti scrittori, attori e altri personaggi di ogni genere.
Ciò che risulta più assurdo è che in un mondo iper-connesso come quello di oggi, di loro non si sappia più nulla, tanto che si pensa che possano essere state anche uccise.
Famigliari e genitori non perdono però le speranze: lo scorso 15 aprile, in Nigeria e in tutto il mondo, è stata fatta una marcia silenziosa per chiedere la liberazione delle studentesse, con il motto #BringBackOurGirls.
Dateci anche voi la vostra testimonianza e fateci capire che cosa ne pensate di questa vicenda.
Massimo Esposti, prendendo spunto da alcuni film a base catastrofica, come, “Pompei”, “Segnali dal Futuro” e “The day after tomorrow”, vuole chiedervi che cosa fareste se un giorno foste chiamati a fare una scelta su un oggetto da salvare.
Che cosa portereste con voi, avendo la possibilità di “salvare” un oggetto o un bene materiale?
Paolo Giacomin vi parla di web e social network, riferendosi alle recenti vicende del poliziotto sospeso dal servizio per aver postato su Facebook delle frasi relative al G8 di Genova del 2001 e della conduttrice Sky Paola Saluzzi, finita nei guai con l’azienda per un tweet su Fernando Alonso.
Esprimere la propria opinione su internet non è sempre una cosa da fare a cuor leggero: mettere un “Mi piace” o twittare sono ormai abitudini entrate a far parte della nostra quotidianità, fatte nelle situazioni più disparate e spesso sovrappensiero. Tuttavia, ci si sofferma poco a ragionare sul fatto che commentare o mettere un like ad un post di qualcuno è un modo per esprimere un’opinione o, talvolta, per essere ritenuti corresponsabili del messaggio principale.
Riflettete su questo aspetto, ragazzi, e diteci qual è, secondo voi, il vero significato del modo di dire “Mi piace”.