Nicola Saldutti, blogger per il Corriere della Sera, questa settimana vi parla di come si può difendere il patrimonio culturale italiano. Sicuramente nei giorni scorsi avete visto le immagini di Venezia, Firenze, Chioggia e di quello che è successo o che sta ancora accadendo a causa del maltempo e probabilmente anche a causa del cambiamento climatico. A Venezia c’è questo sistema che non è mai stata collaudato, perché in realtà non è stato ancora terminato, che si chiama MOSE che dovrebbe avere il compito di difendere la città in caso di alta marea. Secondo voi chi deve difendere il patrimonio artistico nazionale? Solo l’Italia? O considerando che le città italiane come Venezia, Firenze, Roma, Torino ecc.. sono città che grazie alle loro bellezze artistiche appartengono simbolicamente a tutto il mondo, sarebbe più opportuno che l’intera comunità internazionale contribuisse a difenderle dai rischi della natura? Certamente il cambiamento climatico sta cambiando le stagioni e innalzando il livello delle acque: c’è quindi una responsabilità collettiva e una del singolo perché ciascuno di noi compie delle scelte e queste nel medio e nel lungo termine hanno un impatto su tutti noi: come si può mettere insieme la bellezza, la tecnologia e l’impegno dei singoli per vivere in un ambiente un po’ più sicuro?
Luca Tremolada, blogger per Il Sole 24 Ore, vi parla invece di quello che sta accadendo ad Hong Kong. Può sembrare un tema “lontano” ma lo è solo geograficamente perché in realtà è un argomento sul quale è bene porre l’attenzione. Hong Kong è un ex città stato, sotto l’influenza inglese, un polmone finanziario molto importante per i paesi asiatici e per la Cina ed è anche sede di diverse multinazionali. Dallo scorso giugno è scenario di proteste e scontri e oggi si teme l’escalation e la reazione che potrebbe avere la Cina. Il motivo della protesta risale, per l’appunto allo scorso giugno, quando è stato proposto un disegno di legge per l’estradizione dei cittadini di Hong Kong verso la Cina. Nel 2047 scadrà l’autonomia della città che entrerà a far parte a tutti gli effetti della Cina, cosa che molti cittadini di Hong Kong non vedono di buon occhio. Dopo l’inizio delle proteste il disegno di legge è stato ritirato ma la repressione violenta delle proteste ne ha scatenate di nuove. Oggi quello che desta maggiore preoccupazione è la reazione che la Cina potrebbe decidere di attuare, come l’invio dell’Esercito (anche se l’ingresso dell’esercito dovrebbe essere approvato dalle autorità di Hong Kong che al momento non sembrano propense). La repressione dell’esercito cinese non potrebbe lasciare indifferenti gli stati Occidentali vista l’importanza finanziaria della città: voi cosa ne pensate?
Marcella Cocchi, blogger per il quotidiano.net, vi parla di regole, una parola probabilmente molti di noi amano poco. Un’inchiesta ha visto proprio le regole e i giovani studenti protagonisti. Il tutto nasce da un’intervista al Professor Andrea Maggi che è un docente di italiano e che insegna anche nel docu-reality “Il Collegio”, un programma televisivo che sembra essere molto seguito dai giovanissimi. L’esperimento sociale, così definito dal Professor Maggi, porta gli studenti in un contesto educativo basato su regole precise e su una disciplina molto ferrea. L’inchiesta condotta dalla stessa blogger, che ha intervistato diversi esperti in materia, arriva alla conclusione che i ragazzi oggi non sono alla ricerca di autorità ma di autorevolezza, che hanno bisogno di un punto di riferimento, di uno scudo protettivo e anche che gli adulti non superino il limite. Marcella Cocchi fa anche riferimento ad alcune parole riportate dall’attore Giobbe Covatta che, padre di due figli, ha parlato della poca credibilità che può avere una madre che davanti alla bocciatura del figlio ha fatto ricordo al TAR invece che sgridarlo. Cosa ne pensate voi delle regole? È giusto metterle o preferite ad esempio i professori che vi dicono qualche sì?