Buongiorno ragazzi,
oggi parleremo di terremoti. Negli ultimi mesi tante sono le scosse che hanno attraversato la nostra penisola come il resto del mondo. Spesso gli esperti parlano di fenomeni prevedibili, altre volte le scosse sembrano avere un’intensità tanto alta da non poter rientrare in nessuna scala atta a misurarle.
Ma vi siete mai chiesti da cosa dipende questo fenomeno naturale?
I nostri amici di Focus Junior ce lo spiegano in questo articolo. Prima di tutto è necessario fare riferimento alla teoria della tettonica a zolle, anche detta della tettonica a placche. Questa teoria è stata elaborata nel 1912 dallo scienziato tedesco A. Wegener secondo cui la parte superiore della Terra è suddivisa in due strati con diverse proprietà. Lo strato superiore, la litosfera, è rigido. Il suo spessore è di circa 100 km sotto ogni continente e 50 km sotto gli oceani. Lo strato sottostante, detto astenosfera, è “soffice, morbido” e si estende fino a 700 km di profondità.
La litosfera poi è suddivisa in placche maggiori e secondarie, non stazionarie. Questo vuol dire che non sono ferme in un punto, ma galleggiano spostandosi di circa 2-10 cm all’anno, scorrendo sulle rocce sottostanti della astenosfera. Proprio grazie a questi movimenti si sono creati i continenti. Proprio dove una placca incontra l’altra avvengono i terremoti. Queste infatti sono aree tettonicamente attive, poichè le placche si muovono più o meno lentamente sfregando o cozzando le une rispetto alle altre. Raramente i terremoti avvengono lontano dalle zone di confine tra placche.
Il movimento delle placche è così suddiviso: se i confini di due placche sono convergenti si parla di “trenches” (fosse), se sono divergenti si parla di “ridges” (dorsali), se i confini si muovono orizzontalmente l’uno rispetto all’altro si parla di “transforms” (trasformi).
In generale il movimento delle placche è lento, costante e impercettibile. Tuttavia in alcuni momenti e in alcune aree, a causa delle forze interne, delle pressioni, delle tensioni e degli attriti tra le masse rocciose questo movimento avviene in maniera improvvisa e repentina sviluppando così un terremoto, la cui potenza viene calcolata usando una scala di misura convenzionale. Al mondo esistono due tipologie di scale: La scala Mercalli e la Scala Richter, che prendono i loro nomi dagli scienziati che le hanno elaborate.
E nel caso specifico dell’l’Italia? La nostra penisol si trova proprio sul margine di due grandi placche: quella africana e quella euroasiatica. Il movimento di queste due zone terrestri provoca accumulo di energia e a volte, la sua improvvisa liberazione sotto forma di terremoti. Pensate: dal 1900 a oggi, nel nostro Paese si sono verificati più di 30 terremoti molto forti . E centinaia di piccoli.
Avete mai parlato di questo fenomeno in classe? Sapreste proteggervi in caso di forte scossa?
Fatecelo sapere in un commento, aspettiamo le vostre risposte!