Questa settimana, dopo l’attentato avvenuto a Parigi il 7 gennaio 2015 e che ha portato alla morte di 12 tra giornalisti e addetti alla sicurezza della rivista satirica Charlie Hebdo (oltre a 1 donna poliziotto e 4 civili coinvolti nel sequestro presso il supermercato kosher Hypercacher), ci sembra necessario approfondire un argomento allo stesso tempo molto interessante e sempre complicato da affrontare per la sua natura contraddittoria. Cosa è la satira e perché la libertà di satira è così importante? A seguito dei fatti del 7 gennaio, si sono mobilitati persino numerosi capi di stato, raccolti intorno al Presidente della Repubblica Francese, François Hollande, durante la marcia che ha visto sfilare circa 2 milioni di persone accorse da tutto il paese; solo per dimostrare che la paura non fermerà la libertà di stampa e di satira.
La satira nasce nell’antica Grecia, come forma teatrale, ma è nell’antica Roma che viene codificata come genere e raffinata. Ed è al Latino che deve la sua etimologia: letteralmente il termine “satira” identifica il concetto di “miscuglio”, “varietà” e “abbondanza”, in quanto legata all’espressione satura lanx che indica il piatto misto di primizie della terra destinate agli dei. Il genere della satira, rispetto ad altre categorie comiche (l’ironia, il carnevalesco, l’umorismo, la comica e il sarcasmo) è caratterizzato fortemente per il suo contenuto etico (l’etica è la disciplina che studia i fondamenti razionali che aiutano a distinguere i comportamenti buoni, giusti e leciti da quelli che non lo sono) e per questo si occupa di temi rilevanti, quali la politica, la religione, il sesso e la morte, oscillando incessantemente tra il sacro e il profano. Il confine tra satira è offesa è sottile e per questo è sempre stata attaccata dai potenti, che da essa si sono sentiti messi in ridicolo e in pericolo.
Il satirista italiano Daniele Luttazzi chiede a diversi scrittori e intellettuali italiani, in un post sul suo sito, che rapporto vi sia fra satira e immoralità. La risposta dello scrittore Stefano Benni è la seguente: “Tutt’e due si credono spesso onnipotenti e cercano di sfuggire alle responsabilità (questo non mi piace). Tutt’e due sono in perenne dialogo con la morale o in eterna sfida con chi sostiene di essere il depositario della morale (questo mi piace).”
Il secondo aspetto rende molto importante la satira, in quanto permette – spesso semplificando anche eccessivamente – di avere una visione critica della realtà che ci circonda. Per questo in Italia è un diritto costituzionale garantito dagli articoli 21 e 33 della Costituzione.
Nel corso dei secoli questo genere non si è mai estinto, passando per il Medioevo e i suoi giullari, e attraverso il Rinascimento si è arrivati all’epoca d’oro della satira, che ha dato i natali a satiristi come il Voltaire del Candido e Montesquieu, che nelle Lettere Persiane osserva le assurdità dell’occidentale attraverso gli occhi stupiti di stranieri venuti dal Medio Oriente.
Oggi, la satira è un fenomeno ancor più interessante e controverso, perché dal 1900 si assiste ad una contaminazione dei generi e anche ad una democratizzazione degli spazi di visibilità, dovuta dall’avvento di Internet. Un ottimo esempio di sferzante satira contemporanea è il sito Spinoza che osserva il mondo attraverso brevi e taglienti osservazioni sull’attualità, spesso generate dai lettori stessi e fatte appositamente per essere condivise e diffuse su Social Network come Twitter.
Sin dalla sua apertura nel 1992 il settimanale Charlie Hebdo – l’obiettivo della strage del 7 gennaio – ha pubblicato vignette reputate scomode, irriverenti e talvolta offensive, come nel caso delle copertine a sfondo religioso che trattano non solo l’Islam ma anche il Cristianesimo. Il direttore Stéphane Charbonnier (o Charb) da anni viveva sotto scorta dopo alcune esplicite minacce alla sua vita e alla redazione; dal canto suo, ha da sempre fortemente difeso il diritto alla pubblicazione delle vignette e ha detto che in caso di auto-censura “un gruppo di estremisti nel mondo e in Francia avranno vinto”.
Cosa ne pensate voi di dei fatti di Parigi? La libertà di satira è sempre giusta? Si può “morire di satira”? Come vi abbiamo segnalato all’inizio della settimana potete rispondere anche creando dei post su tutti blog delle testate, vista l’importanza dei fatti accaduti la scorsa settimana.