Ci sono “Le città invisibili” di Italo Calvino, e poi ci sono le città addormentate. Ce ne sono in Italia e in tutto il mondo; oggi oggi vi parliamo di quei paesini che punteggiano lo stivale e che per diverse cause sono stati abbandonati dai loro abitanti. Il loro fascino – quello caratteristico dei luoghi dimenticati dove la natura ha prevalso sull’intervento umano – è innegabile, tanto che stanno diventando mete turistiche sempre più gettonate.
Su ilquotidianoinclasse.it abbiamo già parlato di Consonno: è un paese abbandonato che negli anni sessanta, secondo il progetto del suo ideatore il conte Mario Bagni da Vercelli, doveva divenire la Las Vegas d’Italia. Per fare questo il borgo di Consonno fu acquistato e tutti i cittadini furono costretti ad andarsene per fare spazio alla città dei balocchi. Il paesino venne completamente demolito e per un certo periodo il progetto sembrò andare in porto con successo, sull’onda della novità. Una frana investì la strada che collegava Consonno con il paese più vicino e da allora, ancor prima che il progetto di costruzione fosse terminato, la cittadina cadde nell’oblio.
Diversa, ma non meno affascinante, è la storia dell’isola di Poveglia a Venezia. Abbandonata da anni, l’isola è stata ricoperta di vegetazione. L’isola fu abitata a lungo ma nel 1379 le minacce della repubblica marinara Genovese costrinsero i residenti ad abbandonarla. Dopo essere stata destinata a fini militari, nel 1700 fu adibita a lazzaretto (un luogo in cui i malati di peste venivano messi in quarantena per salvaguardare il resto dei cittadini) e all’inizio del 1900 divenne un ospedale psichiatrico. Si dice che i veneziani non si avvicinino all’isola perché durante la notte ancora si sentono le urla degli appestati. Raggiungerla è davvero molto difficile in quanto non vi sono mezzi pubblici per raggiungerla, l’unico modo è farsi dare un passaggio da qualcuno che possieda un natante. Nel maggio del 2014 l’isola – allora del demanio – è stata acquistata de un misterioso compratore, nonostante la strenua protesta dei cittadini.
L’abbandono di Civita di Bagno Regio nel Lazio – uno dei borghi più belli d’Italia – dipende invece dall’erosione che ha colpito la collina di roccia tufacea su cui la città sorge. Il borgo medioevale di Civita non è sempre stato così arroccato e isolato ma, a causa dell’erosione che ha consumato lo strato argilloso che copre lo sperone di roccia, oggigiorno è collegata solamente da un ponte al territorio circostante. Sono dodici gli abitanti che vivono a Civita di Bagno Regio tutto l’anno e vivono di turismo sostenibile che dipende soprattutto dai visitatori stranieri. Nonostante il flusso turistico il borgo è a rischio: anche durante l’estate, a luglio, vi è stata una frana che segnala la precarietà della rocca, che andrebbe consolidata per mantenere la cittadina sicura e visitabile. Ancor più dimenticate di Civita sono le cittadine abbandonate di Fabbriche di Careggine in Toscana e Norbona in provincia di Cuneo.
Anche il centro storico de L’Aquila è un paese addormentato. Dopo il terremoto che ha devastato l’area nel 2009 il centro storico, troppo pericolante per permettere l’accesso a visitatori e abitanti, è divenuto area rossa. Ciò significa che non è possibile visitarlo. Gli abitanti sono stati fatti trasferire in una nuova area, più sicura e il centro storico – che era così ricco di cultura e monumenti – è in fase di sgombero e restauro nel caso di alcune strutture. Un paesaggio fatto di detriti, puntelli e gru dove fino a pochi anni fa migliaia di persone trascorrevano la loro vita quotidiana.
Conoscevate tutti questi paesi fantasma? Ne volete suggerire anche voi qualcuno vicino a dove abitate?