Buongiorno ragazzi,
oggi parliamo di curiosità e in particolare di quelle che riguardano i nostri cognomi. Vi siete mai chiesti da dove derivano i vostri cognomi e soprattutto perchè avete proprio quello?
I nostri amici di Focus Junior ce ne parlano in questo articolo.
Anche la parola cognome, come moltissime altre parole della lingua italiana, deriva dal latino. “Cognomen” però significava soprannome. I latini, infatti, dividevano le parole che identificavano una persona in praenomen, nomen e cognomen. Ad esempio, in Marco Tullio Cicerone (uno scrittore romano) il praenomen era Marco (il nostro nome di battesimo), il nomen (il nostro cognome) era Tullio e il cognomen (il soprannome) era Cicerone. Il cognomen fu introdotto dai romani dopo il praenomen e il nomen, come soprannome che identificasse una persona attraverso una caratteristica fisica, un difetto, il colore dei capelli o della pelle, il luogo di provenienza o fatti precisi compiuti o subìti da tale persona.
Il praenomen, il nomen e il cognomen dei latini scomparvero quasi del tutto quando i popoli barbari conquistarono Roma e imposero la loro cultura. Nell’epoca di dominio barbaro, infatti, si usava una sola parola per riconoscere una persona, il supernomen. Dopo il 1000, al supernomen si affiancò il nome di battesimo del padre o della madre. Quando si iniziò a registrare le persone, molte delle quali si chiamavano nello stesso modo o in modi simili visto che esisteva solo il supernomen affiancato dal nome di battesimo del padre o della madre, si chiedeva il nome, la provenienza o il mestiere o un difetto. Ad esempio Gobbo, Tartaglione, Notaro, Poeta, Medici, Ferraro, Dal Bosco, Dal Mare, Dal Monte. Ciò era poi a volte accompagnato da “figlio di”: Paolo Di Francesco Giannini (Paolo figlio di Francesco Giannini), Leonardo di Piero da Vinci (Leonardo figlio di Piero originario di Vinci) e altri ancora.
Fra i nostri cognomi, quelli derivati da mestieri sono ad esempio Fabbri, Ferrari, Barbieri, Sellaroli, Marchi e altri; quelli derivati dal luogo di provenienza sono Fiorentini, Romano, Albanese, Spagnolo, Napolitano, Milanese e altri; quelli derivati da difetti sono Gobbi, Mancini (essere mancini era considerato un difetto), Rossi (anche avere i capelli rossi era considerato un difetto), Tartaglia, ecc.; quelli derivati dal nome del capo della stirpe, o dal padre o dalla madre di famiglia, sono ad esempio Martini (figli di Martino), il mio, Federighi (quelli della stirpe di Federico), Giannini (figli di Giannino), Di Giacomo (figli di Giacomo), Della Vedova (figli della vedova), Di Paola (figli di Paola) e altri.
Nel Medioevo si sono diffusi i cognomi relativi ai bambini abbandonati e dei quali non si conoscevano né i genitori, né la provenienza. Cognomi come Diotaiuti, Diotallevi, Sperandio, Degli Esposti, Esposti, Trovati, Trovatelli, Incerti, Innocenti e altri appartengono proprio a queste persone. Fra questi cognomi c’è anche Proietti, proprio perché i cosiddetti trovatelli, ossia i bimbi abbandonati, erano anche chiamati esposti o proietti. Erano moltissimi, molti secoli fa, i bambini abbandonati. Proietti o projetti, come abbiamo detto prima, erano chiamati i trovatelli a Roma. Proietti deriva dal latino proicere, ossia deporre, gettare, abbandonare.
In Italia esistono circa 350.000 cognomi. I dieci cognomi italiani più comuni sono, nell’ordine dal primo al decimo: Rossi, Ferrari, Russo, Bianchi, Colombo, Esposito, Ricci, Romano, Conti, Costa.